Evolutività e Prognosi
Statisticamente in accordo con la letteratura odierna, la scoliosi congenita nel:
Fig. 10– Scoliosi congenita non trattata: dimostra col tempo modeste attitudini evolutive.
Fig. 11 - Scoliosi congenita da difetti multipli, non trattata: al termine dell’accrescimento la scoliosi è del tutto invariata.
Fig. 12 - Scoliosi lombare da emispondilo: da 28° a 8 mesi, 32° a 7 anni, 37° a 13 anni, 40° a 15 anni.
L’evoluzione della scoliosi congenita è in genere condizionata dal tipo, dal numero e dalla sede delle vertebre malformate. La prognosi appare in ogni caso legata al tipo di malformazione prevalente, piuttosto che alla localizzazione topografica della stessa. Gli aggravamenti più accentuati e rapidi si riscontrano nelle emivertebre segmentate non incarcerate (Fig. 13), nella barra non segmentata (Fig. 14-15), nell’associazione barra con emivertebre (Fig. 16).
Fig. 13 - Scoliosi congenita da emivertebra segmentata e non incarcerata: gravissima evoluzione oltre il termine della maturazione ossea.
Fig. 14 - Scoliosi da barra non segmentata associata ad emispondili controlaterali al passaggio cervico-dorsale. La curva passa da 38° a 10 mesi, 80° a 8 anni, 90° a 14 anni, 93° a 18 anni.
Fig. 15 - Scoliosi congenita da barra non segmentata: evoluzione da 2 a 4 anni.
Fig. 16 - Scoliosi congenita da difetti di formazione e segmentazione associati: catastrofico aggravamento da 5 a 16 anni.
Nella pratica clinica queste schematiche differenziazioni descritte sono spesso di difficile definizione anche facendo ricorso ad accurati esami stratigrafici (Fig. 17).
Fig. 17 - Scoliosi congenita lombare Dx di 54° come si vede nella radiografia standard in AP (A). La stratigrafia consente di precisare le anomalie vertebrali presenti: in un taglio anteriore (B) ben si evidenzia l’emivertebra L4, mentre una sezione posteriore (C) documenta l’assenza degli emiarchi posteriori di Dx di L3 e di L5.
Nessuna anomalia deve essere classificata come benigna ed ogni malformazione dovrà essere attentamente seguita nel tempo, controllando con accuratezza l’evoluzione radiografica; è pericoloso formulare precocemente conclusioni prognostiche che durante la crescita del paziente potranno essere clamorosamente smentite.
Un giudizio prognostico di evolutività della scoliosi congenita, descritto dal Prof. A. Ponte, si basa su un attento esame dell’aspetto radiografico dell’anomalia, fondato sulla valutazione degli spazi intervertebrali: ad uno spazio intervertebrale di normale altezza corrispondono centri di accrescimento attigui con un normale potenziale di crescita; ad uno spazio ridotto corrispondono centri di accrescimento attigui ipoplastici con ridotto potenziale di crescita; ad uno spazio assente non corrispondono centri di accrescimento e quindi il potenziale di crescita è nullo. Dall’analisi comparativa del numero di spazi normali e ridotti sulla convessità e sulla concavità della curva si potrà, in linea di massima, prevedere una progressione notevole, moderata o nulla (tenendo però conto che in età infantile possono sfuggire le malformazioni non ancora ossificate).
A tal fine è stato dato un valore numerico al potenziale accrescimento:
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Potenziale 2, per i centri di accrescimento adiacenti ad uno spazio normale;
-
Potenziale 1, per quelli attigui ad uno spazio ridotto;
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Potenziale 0, per gli spazi assenti.
Qualora la somma di detti valori mostri una sensibile differenza tra concavità e convessità della curva è possibile prevedere l’aggravamento della deformità: sarà più consistente quanto maggiore sarà la differenza suddetta (Fig. 18).
Fig. 18 - Valutazione prognostica basata sull’aspetto radiografico dell’anomalia (vedi testo). In A sensibile differenza nella somma dei valori tra concavità e convessità con prognosi di notevole aggravamento. In B la differenza è invece ridotta e modesta sarà la prognosi di aggravamento come confermato in C ad oltre 7 anni di distanza. |